Oggi 20.01.2022 in occasione di questa ricorrenza, esperti/e di diritti delle minoranze e federalismo di Eurac Research hanno discusso insieme al presidente della provincia Arno Kompatscher di come si è sviluppata l’autonomia altoatesina negli ultimi decenni e di quali saranno le sfide dei prossimi anni. La matinée é stata moderata dal giornalista Günther Pallaver.
Nella sua dichiarazione, il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, ha fatto riferimento all’innovativo successo del Secondo Statuto di Autonomia: “Con questa normativa si è riusciti a tutelare la minoranza tedesca e ladina in Alto Adige, ma anche a garantire lo sviluppo economico e l’equilibrio sociale. Una risoluzione a beneficio di tutti i cittadini della Provincia di Bolzano, indipendentemente dall’appartenenza linguistica”. La nostra Autonomia non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza continuo, ha sottolineato il presidente dell’Alto Adige. La legislazione Europea, le riforme statali e i cambiamenti sociali hanno reso necessario un costante adeguamento alle esigenze attuali. «La nostra Autonomia deve essere sviluppata, adattata e spesso anche difesa. L’importante è che ci dia sicurezza anche in futuro che si riesca ad essere ben protetti, ma anche aperti” ha sottolineato Kompatscher.
Marc Röggla, direttore del Center for Autonomy Experience di Eurac Research, ha illustrato l’interesse internazionale per l’autonomia dell’Alto Adige: «Negli ultimi decenni 53 Paesi in tutto il mondo hanno preso in considerazione il nostro modello di Autonomia. L’Alto Adige ha colto numerose opportunità per attivarsi a livello paradiplomatico e costituire attivamente reti in ambiti politici e di ricerca con altre minoranze e regioni”. È particolarmente importante che venga presentata una visione realistica del modello di Autonomia dell’Alto Adige. Inoltre, lo scambio ha sempre dimostrato che l’applicabilità del modello Alto Adige ad altre minoranze e regioni ha i suoi limiti.
Günther Rautz, direttore dell’Istituto sui diritti delle minoranze di Eurac Research, ha spiegato l’unicità del modello Alto Adige soprattutto perché è un’Autonomia per tutti e tre i gruppi linguistici, ma anche per i migranti che arrivano qui. “È importante che l’Autonomia vada a beneficio della collettività e sia percepita sempre più come un impegno comune. Ed è altrettanto importante continuare con responsabilità il lavoro svolto negli ultimi 50 anni con uno spirito di coesistenza pacifica”.
Il direttore dell’Istituto di studi federali comparati dell’Eurac Research, Francesco Palermo, ha illustrato il Secondo Statuto di Autonomia che compie 50 anni. “Nel complesso lo Statuto ha conseguito risultati molto significativi. Ma anche le migliori leggi necessitano di manutenzione e sviluppo, come ogni tecnologia, per mantenerle competitive”. Palermo conclude dicendo che “la struttura giuridica della nostra Autonomia è molto solida, ora dobbiamo mantenere in funzione questo complesso sistema.”
Elisabeth Alber, ricercatrice presso l’Istituto di studi federali comparati dell’Eurac Research ha sottolineato che con la società cambia anche l’Autonomia: “Oggi in Alto Adige la separazione sociale ed etnica lascia spazio alla cooperazione tra i gruppi linguistici, come confermano anche i dati empirici. In questo modo aumenterà anche il capitale sociale, che ci permetterà di continuare ad accrescere il modello altoatesino e l’Autonomia”.
L’intera Matinée sull’autonomia può essere vista qui:
Le dichiarazioni in dettaglio di tutti i partecipanti e le immagini del Matinee sull’autonomia sono disponibili sulla pagina News di Eurac.
photo credit ©Annelie Bortolotti/Eurac Research